Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

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22.06.19

Festa della Riscossa Popolare federazione Toscana del P.CARC - dibattito sul Decreto Legge Dignità



Cari compagni,

ringraziamo il compagno Fabio Gambone che ci ha invitato a partecipare al vostro dibattito.

Il Decreto Legge Dignità è una delle misure del governo M5S-Lega favorevoli alle masse popolari (come il Reddito di cittadinanza e Quota 100). Ragionare su questa misura è utile 1. per comprendere la natura del governo, 2. per fissare meglio l’azione che dobbiamo svolgere per portare le organizzazioni operaie e popolari a usare a vantaggio delle ampie masse la situazione, a rafforzarsi e moltiplicarsi.

Il governo M5S-Lega ha interrotto quarant’anni di governi delle Larghe Intese tra PD e Berlusconi. Per molti versi è come l’interruzione di una dinastia. Questo avvenimento è frutto dell’insofferenza e della ribellione crescenti delle masse popolari nei confronti delle autorità e dei notabili della Repubblica Pontificia. Il malcontento si è riversato nelle elezioni del 4 marzo 2018 e le elezioni europee del 26 maggio lo hanno confermato. La resistenza spontanea delle masse popolari cresce, altro che masse pecorone! Quello che bisogna migliorare è la direzione!

Il governo M5S-Lega è per sua natura un governo instabile e provvisorio: poggia sul tentativo di mediare tra interessi antagonisti (tra borghesia e masse popolari) e sulla collaborazione di forze politiche tra loro molto diverse: una è nata dalla ribellione alle Larghe Intese, l’altra ha collaborato e ancora collabora con le Larghe Intese (per le grandi opere inutili e dannose e altro).

Il governo in molti campi prosegue le politiche antipopolari delle Larghe Intese (repressione, sgomberi, persecuzione degli immigrati, guerre NATO, ecc.) che dobbiamo combattere. In altri (delocalizzazioni, chiusura di aziende, devastazione del territorio, degrado, ecc.) interviene poco o nulla: dobbiamo costringerlo a intervenire. In altri approva leggi favorevoli alle masse popolari. Come dobbiamo relazionarci con queste?

1. Innanzitutto imporne l’attuazione. Senza la mobilitazione delle organizzazioni operaie e popolari queste misure sono destinate a restare su carta, ad essere violate, boicottate, aggirate dai padroni, dagli alti dirigenti della pubblica amministrazione, dalle Amministrazioni Locali delle Larghe Intese. Quello che sta accadendo alla GKN di Campi Bisenzio (FI), alla Piaggio di Pontedera (PI), allo stabilimento Whirlpool di Napoli lo dimostra. Le leggi non fanno paura ai padroni: appena possono attaccano i diritti strappati dalle masse popolari quando il movimento comunista era forte del mondo. Marchionne nel 2011-2012 fece carta straccia del CCNL per i metalmeccanici della FIAT! Certo, dalla sua parte aveva anche un governo delle Larghe Intese (governo Berlusconi e poi governo Monti). Con questo governo la situazione è diversa: il M5S non è completamente asservito. Ma le lamentele e l’indignazione di Di Maio e co. non bastano. Anzi spesso aprono le porte al cedimento: l’Ilva, il TAP, ecc. lo dimostrano. Il M5S pensa che basti fare belle leggi per cambiare il mondo: la realtà è che il mondo si cambia solo con la lotta di classe!

2. Le leggi favorevoli alle masse popolari quindi non servono? Servono nella misura in cui non le concepiamo come la soluzione del problema, ma come uno strumento da usare, un’arma in più da utilizzare per rafforzare la lotta nelle aziende e nei territori. Dobbiamo quindi costringere il governo a fare leggi a favore delle masse popolari, in tutti i campi; incalzarlo per estendere e migliorare le leggi (come fatto da Mignano e i licenziati FCA di Pomigliano per il Reddito di cittadinanza); costringerlo a applicare realmente le leggi approvate.

Solo se gli operai delle aziende capitaliste e i lavoratori delle aziende pubbliche si organizzano e si mobilitano nell’azienda, solo se si legano con il territorio, solo se incalzano gli esponenti del governo queste misure non restano su carta e saranno effettivamente utili.

Compagni, le masse popolari devono condurre una vera e propria “guerra di posizione” e i comunisti devono imparare a guidarle. Dobbiamo costruire collettivi di lavoratori, di cassintegrati, di disoccupati, di giovani, di donne e di immigrati che prendono in mano la direzione della lotta, che ragionano e agiscono come uno “Stato Maggiore”: analizzano la situazione, studiano le mosse del nemico, le contrastano e le ribaltano contro di esso. Le mosse dei capitalisti sono obbligate e quindi prevedibili: ogni capitalista deve fare profitti e il suo sistema è in crisi. Dobbiamo imparare a prevenire le mosse dei padroni, a dettare noi il “ritmo delle danze”, scegliere noi il terreno di lotta, nelle aziende imporre noi l’uso di macchine migliori che riducono il tempo di lavoro e la fatica, mettere noi in atto un susseguirsi di operazioni e mosse diversificate, articolate e incalzanti che via via ribaltano i rapporti di forza, aggregano altre persone alla lotta, fanno aumentare la fiducia nella vittoria, estendono le alleanze, incalzano i padroni e li mettono alle strette, li inducono a fare passi falsi, li obbligano a indietreggiare dai loro propositi e a ingoiare misure che non vorrebbero, come per un padrone rinunciare alla chiusura dell’azienda, assumere precari a tempo indeterminato e assumere nuovi lavoratori, tollerare che nell’azienda i lavoratori approfittano delle nuove macchine per svolgere attività socialmente utili, ecc. La lotta specifica deve saldarsi, alimentare e attingere a sua volta sostegno e forza con la lotta che le masse popolari conducono nel territorio circostante.

Il futuro del paese poggia su organismi operai e popolari di questo genere e non su governi instabili come il governo M5S-Lega. Organismi di questo tipo sono, nel caso concreto del nostro paese, quello che in Russia furono i soviet: i consigli degli operai, dei contadini e dei soldati. Sono questi organismi la base su cui poggerà il futuro Governo di Blocco Popolare che prenderà il posto del governo M5S-Lega e che sarà un nuovo passo in avanti verso l’istaurazione nel nostro paese del socialismo: il potere dei lavoratori aggregati attorno al partito comunista, l’attività pianificata di aziende pubbliche che producono quello che è necessario, la partecipazione crescente delle masse popolari alle attività specificamente umane da cui sono da sempre escluse, la collaborazione con tutti i paesi disposti a collaborare con noi!

Osare lottare, osare vincere!

Il futuro è nostro!



Il CC del (n)PCI